venerdì 4 aprile 2008

Road to 2008 playoffs

Con la situazione della griglia ancora in via di definizione, è arrivato aprile e spunti per il proseguio del campionato ce ne sono. Ce ne sono fin troppi ad est e fin troppo pochi ad ovest, dove i Denver Nuggets forse farebbero bene a lasciare il posto ai Warriors, che almeno hanno dimostrato di sapersi ben comportare l'anno scorso. Perchè parliamoci chiaro: quanto può andare avanti da fine aprile in poi una squadra che concede 106 punti di media? Ok, Golden State riesce a concederne 108, ma nelle partite importanti in linea di massima l'intensità non la fa mai mancare ed il sapiente Don Nelson potrebbe regalarci qualche colpo di scena in più rispetto ad un Karl che ha risolto con la zona (a sua personalissima interpretazione) la mancanza di intensità difensiva da parte dei suoi.

Ma accantonato il discorso dell'ottavo posto ad ovest, visto che nessuno si aspetta di vedere una di queste due squadre alla serie finale, vediamo chi sono le candidate principali per giocarsi questo benedetto titolo, molto verosimilmente contro Boston (al massimo Detroit o Cleveland). Dall'alto verso il basso, primi della classe sono gli Hornets ed anche se il vantaggio su San Antonio è esiguo, la maggior parte degli addetti ai lavori non hanno dato un minimo di fiducia alla squadra di Paul. Mi sembra giunto il momento di considerare seriamente questi Hornets, considerata anche la favorevolissima posizione da cui partiranno.

Su San Antonio si sono spese pagine e pagine durante tutto il corso della stagione, a causa di un avvio molto deludente. Non dico che me lo aspettassi, ma che la primavera faccia incredibilmente bene agli uomini di Popovich è ormai un dato di fatto: è bastato l'odore di post season, l'odore di partite che contano, per portare i texani a mezza vittoria dalla capolista. Sembra proprio che gli Spurs abbiano messo il vestito delle grandi occasioni ed ormai manca davverp poco al gran ballo.

Spese due parole per le migliori squadre ad ovest, il resto mostra tante potenzialità quante lacune, di vario tipo. I Lakers sono ad una vittoria e mezzo dalla vetta, benissimo, ma l'impressione che abbiano perso lo smalto del primo periodo post-Gasol si va facendo strada ogni giorno di più; un po' come l'impressione che il rientro di Bynum possa non essere esattamente la manna dal cielo che si aspettano a Los Angeles. Perchè? Semplicemente per un discorso di starting five e per le personalità che compongono il roster dei losangelini: Odom ha più volte ribadito che non intende giocare in posizione di ala piccola, ma l'innesto di Bynum sposterà inevitabilmente Gasol nella posizione di numero 4, attualmente occupata da Lamar. Se giocassimo con le figurine, Bynum-Gasol-Odom-Bryant-Fisher farebbe tremare polsi ed altre giunture corporee agli avversari, ma i dubbi sulla realizzazione di un impronta di gioco basata su questi partenti rimangono, anche perchè non è battle tested (rodato) nella maniera più assoluta!

Verrebbero i Jazz, migliore squadra della lega tra le mura amiche (solo 4 sconfitte fin qui), ma con uno score esterno che fa un po' senso, se accostato a quello di cui sopra. Poche vittorie prestigiose, una delle quali sui Celtics, ad onor del vero già ampiamente qualificati ai playoff come prima. Non credo ci sia qualcosa di meglio delle cifre per raccontare la stagione di Utah e dando uno sguardo alla griglia playoff, viene da pensare che possano essere un pericolo solo fino a quando avranno il vantaggio del fattore campo, ammesso che siano perfetti in casa. Anche se farebbe piacere (almeno al sottoscritto) vedere Deron Williams su palchi importanti a giocarsi trofei significativi. Ma per questo fortunatamente c'è tempo.

Phoenix Suns? A qualche mesetto dall'acquisto di Shaq, possiamo tirare le prime somme direi. La dirigenza ha ceduto un Marion che offriva migliore qualità sotto canestro, vicinissima quantità di rimbalzi ed una struttura corporea -oltre che mentale- già predisposta al gioco d'antoniano. E' arrivato O'Neal, che non è più quello di acciaio degli anni passati, che fa vendere tante magliette, che forse ha un aspetto un po' più intimidatorio dell'ala grande ceduta agli Heat (già free-agent quest'estate), ma non tanto di più. Con il suo arrivo, il coach dei Suns è stato costretto a snaturare il suo gioco, ma il risultato per ora è lontano dall'essere soddisfacente, anche perchè nel match che tutti tirano fuori ultimamente (quello vinto in rimonta, in casa contro San Antonio) qualche decisione arbitrale abbastanza controversa e degli Spurs ancora in versione "regular season" hanno condizionato in maniera forte l'esito del match. Possibilità che ciò si ripeta in una eventuale serie di playoff? Bassine anzi che no.

Poco sotto, i Rockets che hanno incredibilmente smarrito il tocco magico di Adelman, dopo la serie di 22 partite vinte. Tenere quel ritmo era obiettivamente impossibile, ma dopo la serie storica, Houston è andata calando continuamente, sotto tutti gli aspetti del gioco. Piccola tirata di fiato per affrontare al meglio i prossimi mesi? Forse; ma intanto la loro posizione nella griglia di partenza è momentaneamente ridimensionata.

A chiudere il banchetto delle grandi invitate, ci dovrebbe essere Dallas, ma ai Mavericks (come temevo) l'acquisto di Kidd e la cessione della coppia Harris-Diop non ha giovato più di tanto. Buona parte delle colpe se le può ampiamente accaparrare Avery Johnson, che ha dimostrato per l'ennesima volta di non essere in grado di guidare questa squadra. Con un play del genere a disposizione e Nowitzki in campo, i compiti di Jason si limitano a consegnare il pallone al tedesco in isolamento e qualche lampo (dettato solamente dal genio dell'ex-Nets) si vede solo in transizione. Ergo, se Dallas non può correre con una certa continuità, le possibilità offensive si riducono a poche soluzioni, per altro a bassa percentuale.

La situazione ad Ovest, come avrete inteso, è parecchio ingarbugliata. Il timore che si presenti ancora una volta San Antonio con il biglietto per le Finals tra le mani, inizia a farsi largo tra gli amanti dei colpi di scena. Personalmente mi schiererò -anche se sarà difficilissimo- per vedere la favola di New Orleans giungere al gran finale.

Nella Eastern Conference la situazione è diversa. In ordine, Boston, Detroit ed i miei Cleveland Cavaliers sembrano le uniche in grado di giocarsi il titolo di campioni. Non vedo per niente bene gli Orlando Magic, che sono attualmente terzi, ma che hanno un tipo di gioco fortemente in contrasto con le logiche dei playoff. La posizione favorevole potrebbe offrire loro il passaggio del primo turno, ma se Phila dovesse scalzare Toronto al sesto posto, allora avrei i miei dubbi anche su quanto detto prima. Il resto della Eastern ha tanto l'aspetto di mero riempimento, anche confrontandolo con la Western.

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